15 OTT 2023
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La nuda verità - "Un cuore che batte", legge sull'aborto. Il caso Grosseto: una modifica alla Orbàn

RUBRICA | di Maria Antonietta Farina Coscioni - Radio - 17:47 Durata: 23 min 31 sec
A cura di Stefano Chiarelli e Guido Mesiti
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La scadenza per la raccolta delle firme è fissata al 7 novembre 2023.

Si tratta della proposta di legge di iniziativa popolare "Un cuore che batte", presentata a maggio in Corte di Cassazione.

Proposta di modifica della legge 194 con l'introduzione di un obbligo: "il medico che effettua la visita che precede l'IVG è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso".

Clamoroso il caso di un comune toscano.

Il sindaco del Comune di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna
e la presidente della Commissione Pari Opportunità Carla Minacci sposano e condividono la proposta di legge d'iniziativa popolare finalizzata a introdurre una modifica all'articolo 14 della legge 194 del 1978, scegliendo di firmare il modulo disponibile presso l'ufficio dedicato del Municipio.

L'amministrazione non si è limitata a informare i cittadini della possibilità di sottoscrivere la proposta come la legge prescrive presso l'ufficio comunale ma ha invitato a firmarla.

"Una donna avrà un percorso decisionale più completo e maturo; la finalità è quella di accrescere la consapevolezza del gesto dell'aborto.

Ciò, ovviamente – proseguono Vivarelli Colonna – non va a limitare la libertà individuale della donna sancita dalle norme e dal buonsenso.

Ma rende più completo e maturo il suo percorso decisionale che deve essere molto serio.

Vogliamo che la scelta della donna sia libera, ma allo stesso tempo consapevole.

Consapevole del fatto che andare avanti si può.

Che non si è sole.

Che è possibile farsi aiutare".

Dichiarazioni pericolosissime che rimandano alla nuova legge ungherese entrata in vigore il 15 settembre del 2022 sul "battito fetale" che prevede l'obbligo per i medici di fornire alla donna intenzionata ad abortire "un'indicazione chiaramente identificabile dei segni vitali fetali" prima di eseguire qualsiasi aborto.

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