Presentazione del libro "Radiodays. La radio in Italia da Marconi al web" di Andrea Sangiovanni

Grazie per essere venuti è compiacere che oggi presentiamo il libero Radio Days la Radio Italia dei barconi Al Wafd di andrà a San Giovanni
E ne parliamo con Marino Sinibaldi giornalista critico letterario ideatori di fare Nike Telco nel Marta Perrotta pure
Docente universitaria romantiche de esperta appunto della storia dei media
Andrea membro o del nostro comitato direttivo oltre ad essere docente all'università di Teramo dove tiene dei corsi appunto anche di storia dei media e di papi chi storia anche e abbiamo avuto insomma che la il piacere di presentare sembra l'anno scorso a un altro suo volume uscito nel due mila uno uno specchi in infiniti sprechi infiniti appunto sempre sul media adesso invece mi sembra e questo secondo lavoro sia proprio focalizzato do solo sulla radio
Io lascio la parola a ai nostri speaker ex che appunto nell'ordine che ritenete più a voi più gradito potete
Ma
Allora ma io parlai propongono la benissimo magari ma solo perché certo grazie di aver si invita di avermi invitato né di poter condividere questo momento
Su un tema che per me centrale diciamo nella della mia vita di ricerca e didattica perché appunto insegna radio e studio a radio da tanti anni
Partiamo da da un elemento il mio focus di ricerca sempre quello delle culture produttive e delle culture diciamo del broadcasting come forma di insegnamento a e diciamo e pratica di di ascolto
Da un punto di vista proprio della possibilità di dare a un pubblico qualcosa di cui parlare no
E leggere questo libro ho cercato un po'di immaginarmi questo percorso partendo dal momento in cui la radio arriva nel mondo della dell'esperienza delle persone no
In qualche modo
Grazie alla radio che è stata lo strumento che ha fatto esplodere la sonorità nella vita delle persone nel corso del Novecento
C'è stata questa opportunità di un appuntamento
Attorno a un altoparlante per una forma di ascolto collettivo la radio all'inizio si ascoltava e una dimensione collettiva no
E c'è questo in incontro fra persone da una parte di un microfono e sconosciuti dall'altra parte
Mi chiedo e ti che era Andrea se appunto questo questa suggestione questo elemento no di scintillano fra chi sta da una parte e parla e chi sta dall'altra parte ascolta è qualcosa che si può diciamo analizzare nel corso della storia della radio cioè se c'è una una chiave di lettura che possiamo osservare in questa lunga cavalcata che tu fai questo libro che ha trovato molto scorrevole molto capace di rendere no questa questa vastità no di di di di momenti e di di evoluzione all'interno lo sviluppo del mezzo radiofonico che che permette di di di leggere no chi chi c'è dalle due parti del a del microfono quindi da un da un lato chi parla
E come si rapportava questo a questo nuovo mondo a questa nuova professione e chi ascolta che appunto all'inizio ascolta in forme quasi di fortuna al di fuori no di scuole o di dentro le fabbriche o oppure diciamo fuori dai negozi banalmente no
E e e che è come la possiamo leggere nel corso della dell'evoluzione del mezzo questa è la prima diciamo curiosità che mi viene Titti e che ti sottopongo
Ok grazie
Allora grazie
Ma dal luoghi e va bene così allora grazie volte allo che che bella domanda
Allora il diciamo libro è un è un libro di sintesi quindi ovviamente e e la radio un mondo veramente
Molto vasto
Che può essere analizzato dato da tantissime prospettive diverse
Questa prospettiva in minima parte c'è almeno cercato di mettercela laddove ci sono dei cambiamenti
Delle svolte no nel modo di ascoltare quindi chiaramente c'è
Sin dall'inizio cioè il questo tentativo di capire se c'è dall'altra parte qualcuno in ascolto
E poi pian piano sì appunto ci ci si ci si concentra su un ascolto che
Spontaneamente collettivo perché innanzitutto non quel libro e sulla radio in Italia tendenzialmente soprattutto sull'Alitalia
Chiaramente con qualche breve rimando al contesto internazionale laddove serviva per per spiegare la vicenda italiana quindi c'è per esempio questo un un richiamo all'ascolto collettivo dapprima spontaneo che poi viene utilizzato
Dalla dal regime no e quindi per creare un ascolto collettivo invece strutturato e organizzato ai fini propagandistici e di propaganda Inter
è ma soprattutto forse c'è il passaggio diciamo cruciale degli anni sessanta in cui l'ascolto diventa da collettivo domestico diventa individuale fuori dalle case ma contemporaneamente conserva questa dimensione
Diciamo di capacità di aggregazione riascoltarla stesso le stesse canzoni si ascoltano gli stessi programmi e quindi in qualche modo ci si riconosce
Poi c'è un di nuovo un
Un momento diciamo c'è un modo cercato di di dirlo un po'chiaramente tutta quanta la stagione delle radio libere dove questo modo di ascoltare esplode in qualche misura e infine poi c'è il passaggio alle nuove tecnologie
Che sui quali io personalmente non ho trovato dati significativi o altro che mi dicessero con certezza quali fossero gli ascolti la mia l'impressione però a questo rimando fornite fate radio più McQueen
Dagli avete anche la capacità di saperlo molto bene
La mia sensazionale che anche il cambio di tecnologia non abbia modificato poi molto questa modalità di ascolto cioè contemporaneamente continua a esserci contro un parente un ascolto individuale che però rimanda delle comunità
Di ascolto
Che sono anche che anzi forse anche più facile individuare alle quali più facile magari proprio aderire perché ci sono i siti web ci sono Marlene sciatta ci sono
La possiede mandare un messaggio di scambiarsi messaggi molti programmi sono insomma
Quindi credo che quest'ultimo passaggio l'ascolto forse molto interessante anche per per vedere la capacità della radio di adattarsi no ai diversi cambiamenti tecnologici e sociali e di mantenere comunque una sua centralità sempre ricordata come la sorella minore la sorella povera e così via
è invece forse ha delle capacità molto più di di di di penetrazione no e di persistenza molto più forte degli altri media coordinati quindi non so certo risposto più o meno ma credo che più o meno almeno queste sono le cose che ho cercato di mettere mi sembrano le le cose più significative appunto essendo un lavoro di sintesi e chiaramente si cerca di essere appunto sintetici no e quindi trovare dei momenti di svolta
Che però sono anche in qualche modo degli elementi di continuità ecco io forse nello scrivere questo libro è una tendenza che ho che col tempo poi ho scoperto di avere forse un è un po'forse un errore magari l'età
E l'età sarà il ministro diventi conservatore postazioni del sequestro quel posso sul fronte per fortuna però io vorrei gol vedo spesso le le continue ricorrente le rotture settimo
Preferisco non ama la storia dei media non sta né di qua esatto io sono convinto che questo è il Vietti
Diciamo di di
Di capacità dei media di adattarsi inglobare quello che c'era prima e restituirlo conforme forme nuove e nuove
E quindi non probabilmente appunto però prendo questa diciamo questa questa attenzione più al il continuismo che non alle fratture
Nette forse ho cercato di individuare più questi snodi che mi sembravano significativi da questo punto di vista quindi ciò non toglie che magari ci sono stati invece di momenti di rottura secca e che magari ho sottovalutato essere
Non ho più quarantatré una pronuncia ottobre nonostante quello che ha proposto Marta su sull'ascoltatore approccio che deriva pratica diretta però non è così appunto ovviamente non è così scontato lo spazio che da Andrea persino maggiore di quello che ha detto a mio avviso nel senso che sono nel senso che va be'che la radio è e tre in mezzi di comunicazione quello che ha più intimamente sollecitato questo rapporto diretto tra chi